Pagelle Santos Tour Down Under 2017, Porte ed Ewan mattatori – che sfortuna per Izagirre

Richie Porte (BMC), 10: Era il grande favorito e non ha deluso le attese. Il tasmaniano è stato l’autentico mattatore di questa edizione del Tour Down Under, correndo in maniera perfetta, supportato da una condizione superiore a quella degli avversari. Vince nei due arrivi in salita e gestisce al meglio le situazioni delicate nelle altre giornate. È la prima volta che riesce a far sua la corsa di casa e potrebbe essere un segnale per il 2017.

Caleb Ewan (ORICA – Scott), 10: Merita il medesimo voto di Porte per il semplice fatto che nelle tappe a lui congeniali, e ci mettiamo dentro anche il criterium di domenica scorsa, ha lasciato agli avversari soltanto le briciole, facendo cinque su cinque. Approccia alla stagione nel migliore dei modi, dimostrando di essere ulteriormente cresciuto, anche sotto il profilo della gestione della pressione. Vincere aiuta a vincere e le premesse sono ottime.

Esteban Chaves (ORICA – Scott), 8.5: Ad oggi Porte ha un altro passo, ma il colombiano sembra già caldo. Brillante in salita, porta a casa un secondo posto finale che può essere considerato più che incoraggiante in vista delle prossime uscite. Deve ancora decidere se fare Giro o Tour, ma ha iniziato come aveva finito e questo è un punto di riferimento importante.

Jay McCarthy (Bora-hansgrohe), 8: Il Tour Down Under è la sua corsa ed è partito con grandi motivazioni ed una buona gamba. Al cospetto di scalatori come Porte e Chaves non era facile, ma lui con intelligenza e gestione delle forze riesce a prendersi il gradino più basso del podio. Serviva anche un po’ di strategia e le sue azioni ai traguardi volanti sono state fondamentali per quest’obiettivo.

Nathan Haas (Dimension Data), 7.5: Senza dubbio una delle note liete di questo Tour Down Under che lo ha visto grande protagonista. Parte in sordina, ma a Willunga Hill è bravissimo e si merita un bel secondo posto. Manca il podio finale per un soffio, beffato nel gioco degli abbuoni da McCarthy.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe), 7: Inizia lavorando per Bennett, ma quando le gambe iniziano a girare si mette in proprio e cerca in tutti i modi di contrastare lo stradominio di Caleb Ewan. Impresa ai limiti dell’impossibile alla luce della condizione dell’australiano e così il campione del mondo si è dovuto accontentare di una serie di tre secondi posti. Siamo solo a gennaio e si può parlare di discreto bottino.

Diego Ulissi (Team UAE), 7: Le prime corse stagionali sono di difficile interpretazione, vista la condizione che ancora deve decollare. Il toscano, tuttavia, dimostra di avere già un buon colpo di pedale correndo con i migliori nelle frazioni chiave della corsa. Centra un quinto posto che merita di essere considerato buon punto di partenza.

Rohan Dennis (BMC), 6.5: Corre con ruoli di gregario e lo fa bene, scortando Richie Porte nelle fasi cruciali della corsa. Quando possibile, tuttavia, cerca di mantenere le ruote dei migliori e questo gli permette di ottenere un bel sesto posto nella generale.

Rafael Valls (Lotto Soudal), 6.5: Reduce da un 2016 difficile, lo spagnolo riparte bene con un Tour Down Under regolare con una buona top 10 finale.

Niccolò Bonifazio (Bahrain – Merida), 6: La premessa è la medesima per ogni velocista, ovvero che battere Ewan era praticamente impossibile in questi giorni. Il ligure, all’esordio con la nuova squadra, ha il merito di dar battaglia ottenendo anche due buoni piazzamenti. Segnale incoraggiante per le prossime uscite.

Robert Gesink (LottoNL-Jumbo) e Wilco Kelderman (Team Sunweb), 6: Neerlandesi ed ex-compagni di squadra, portano a casa rispettivamente l’ottavo e il nono posto in classifica. Con una condizione ancora da affinare, era difficile poter auspicare a qualcosa di più, ma hanno il merito di aver mantenuto un rendimento costante per tutta la settimana.

Ruben Guerreiro (Trek – Segafredo), 6: Sprazzi di talento per il giovane corridore portoghese, che in Australia ha dimostrato di avere i mezzi per poter lottare in corse WorldTour. Ha enormi margini di miglioramento, ma si tratta di un gioiello interessante nella cassaforte di Luca Guercilena.

Sergio Luis Henao (Team Sky), 6: Partiva con l’effige di principale alternativa a Richie Porte, ma complice la sfortuna non riesce ad incidere nella storia della corsa. Al rientro dall’incidente dei Giochi Olimpici, forse non gli si poteva chiedere di più. I chilometri messi nelle gambe potranno essere importanti per le sfide future.

Nikias Arndt (Team Sunweb), 5.5: Le aspettative sul tedesco sono cresciute dopo il buon 2016, ma in Australia non riesce ad incidere. Mettere in difficoltà Ewan era pressoché impossibile, tuttavia non ha mai dato l’impressione di poter lottare per una vittoria.

Luis Leon Sanchez (Astana), 5.5: Si comporta bene fino al tappone di Willunga Hill. Il corridore spagnolo, già vincitore di questa corsa, ha perso molto terreno nella giornata decisiva, trovandosi costretto a dire addio alle ambizioni di top 10. Poteva essere un buon modo per aprire la stagione.

Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale), 5: Negli ultimi anni era stato il migliore degli italiani in questa corsa, ma quest’anno è sembrato essere leggermente più indietro. Probabilmente ha seguito una preparazione diversa che gli ha impedito di essere brillantissimo.

Tom-Jelte Slagter (Cannondale – Drapac), 5: Il neerlandese era uno dei protagonisti attesi, ma la condizione è arrrivata troppo tardi. A Paracombe compromette le sue chance di classifica generale e anche la discreta prestazione a Willunga Hill, con il decimo posto al traguardo, si è rivelata vana per risollevarsi.

Petr Vakoc (QuickStep Floors), 5: Il ceco poteva essere un candidato nella lotta per la generale, su un percorso avvezzo alle sue caratteristiche, ma evidentemente è ancora lontano dalla miglior condizioni. Quando la corsa si accende fa fatica e termina lontano dai migliori.

Gorka Izagirre (Movistar), sv: Sfortunato il corridore basco che stava correndo davvero bene, dando l’impressione di poter lottare fino in fondo per un posto sul podio. Una caduta nel finale della terza tappa ha compromesso la sua corsa ed è un peccato dato che si poteva raccogliere qualcosa di buono dalla trasferta australiana.

Simon Gerrans (ORICA-Scott), 10: Aveva annunciato di non avere ambizioni di risultato in questo Tour Down Under, ma merita comunque un applauso per quanto dato alla storia di questa corsa. Quattro vittorie e tanto spettacolo per un corridore destinato ad entrare nell’empireo dei grandi del ciclismo australiano.

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